ORCO/Corchia2.0 – Relazione uscita del 2-3 Giugno 2018
Alla fine eravamo in sette: Supersusi, Beppe, Marco, Daniele, Salvatore (Ruspa), Nicco e il sottoscritto.
Gruppo ben assortito, anche anagraficamente, e ben motivato.
Entrati sabato mattina verso le 12.30, in un paio di ore eravamo tutti (un po’ accaldati) al luogo del bivacco, cioè nella galleria bassa prima del bivio per il Meinz. Posto comodo ma un po’ ventoso.
Lasciati lì i materiali da riposo abbiamo deciso di andare tutti alla Galleria Derzu, visto che nessuno, a parte me, conosceva gli altri luoghi da rivedere. Qui ci siamo divisi: 3 allo scavo della ventosissima strettoia finale e 4 al rilievo della galleria e diramazioncine varie.
Dopo non molto è arrivata la notizia che il passaggio basso, cha aspettava da diversi anni, era stato superato con neanche un’oretta di scavo nella sabbia, e che di là continuava fermi su pozzetto. Abbiamo perciò deciso di riprogrammare la giornata. Finiti i rilievi del noto abbiamo iniziato a rilevare l’ignoto ma purtroppo, l’euforia del momento è presto evaporata di fronte a una impronta e una scarburata: Fighiera. Ma dove? Dal rilievo vecchio quelle zone sembravano vuote, ma a dire il vero il rilievo nuovo piegava a W, quindi riportando verso zona dell’Asino. Peccato…
Però ci siamo divertiti lo stesso e l’emozione è stata intensa, anche se breve, e ad ogni modo questa è, se volete, la terza “giunzione” tra Corchia e Fighiera, ammesso che abbia ancora senso parlare di “giunzioni”…
Prima di rientrare al campo abbiamo rilevato altri 80 m di cunicoli, giusto per guadagnare altri metri di sviluppo, fermandosi su pozzo da risalire o traversare (in basso ributta sulla Derzu appurato con lancio di sassi). Rientrati al campo alle 2 di domenica mattina, lauta cena e sonora (causa qualche russatore) dormita sino alle 8.00.
Siamo quindi andati a rivedere le gallerie (Gallerie Anubis) che partono dalla sala (o pozzo, dipende da dove arrivi) dell’Asino che Raglia Buoni Consigli. Scesi alla base abbiamo indovinato il passaggio in frana che infila nelle gallerie basse, dove abbiamo subito individuato un ottimo posto da campo, con terrazzo sabbioso, non ampio ma comodo (da spianare un po’). Aria non fastidiosa, acqua non abbondante, ma corrente, più vari sgocciolii da raccogliere con contenitori. Risolto subito il principale obiettivo della giornata ci siamo messi a dare una occhiata in giro. Gran bella galleria, con vari arrivi (credo mai risaliti) e vari sprofondamenti, sicuramente già scesi ma altrettanto sicuramente da rivedere. La galleria sembra chiudere in una ampia sala, ma scendendo nella frana abbiamo individuato un passaggio basso tra i blocchi che si affaccia in una piccola galleria ventosa.
Deja vù! Quel luogo ha qualcosa di familiare… infatti era la gallerietta dove eravamo arrivati il giorno prima dalla galleria Derzu…
Chiuso l’anello e risolto il mistero. Evvai col distox… ci riattaccamo all’ultimo caposaldo del giorno prima e portiamo il rilievo sino alla nuova zona campo, poi l’orologio ci consiglia di uscire, anche se a malincuore, che quel posto ispira proprio…
Radunati tutti i materiali c’incamminiamo verso l’uscita che raggiungiamo verso le 17, o poco prima (non ricordo bene). Solita vista mozzafiato sul Sumbra e cime limitrofe.
Panorama all’uscita, M. Sumbra (foto S. Iannelli). Giù al diciassettesimo troviamo gli amici lunensi che ci rifocillano con birra fresca e stuzzichini (grazie!).
Note tecniche:
al bivacco abbiamo lasciato del materiale: corde (50+40+30+15), moschettoni (10), placchette (circa 40) e fix (circa 30), più un materassino e un telo;
il pozzo dell’Asino è parzialmente armato ma servono 8-10 m di corda per l’attacco e magari un altro spezzoncino per evitare il passaggio inziale un po’ scomodo.
prossima volta, per allestire il nuovo bivacco, serve una zappetta e/o paletta, per spianare il posto per dormire, teli, cordini e contenitori per l’acqua.
Leo Piccini – Progetto ORCO
Partecipanti: Daniele Antonetti, Susana Crespo, Salvatore Iannelli, Giuseppe Mancini, Niccolò Mosca, Marco Oppo, Leonardo Piccini