Giu 242022
 

Recentemente la Federazione Speleologica Toscana ha allestito una esposizione di pannelli informativi sulle attività federali e sulla speleologia toscana, già allestita in occasione dello scorso raduno SpeleoKamaraton a Marina di Camerota e durante il recente Congresso Nazionale ad Ormea, adesso ci sarà la possibilità di poter vedere la mostra per un periodo decisamente più lungo ma soprattutto anche per un pubblico di non addetti ai lavori.

Foto M. Faverjon

La mostra sarà inaugurata nella sala Musmed domenica 3 Luglio alle ore 17.00 e resterà allestita fino a Sabato 10 Settembre accessibile da tutti i visitatori del Museo, con ingresso libero.

L’esposizione si articola in 9 sezioni:

  1. Sezione storia
  2. Sezione volontariato
  3. Sezione scientifica
  4. Progetto ToscoBat
  5. Sezione cavità artificiali
  6. Progetto ORCO
  7. Sezione esplorazione
  8. Sezione soccorso speleologico
  9. Sezione tutela ambientale
Apr 242022
 

CAVA CARCARAIA

Cann’Abiss, Bailame e Belfagor

A fine maggio 2021 FST è stata convocata per un nuovo sopralluogo, al fine di programmare in dettaglio gli interventi da avviare e che erano stati pianificati precedentemente.

Gli accordi presi sono stati i seguenti.

Per Cann’Abiss è stato stabilito di scavare direttamente la sala che presumibilmente rappresenta l’attuale ingresso della grotta, essendo stata tagliata la parte soprastante (Figura 1).

Tale intervento prevede di allontanare il materiale detritico in via definitiva dal cantiere, unitamente alle operazioni in corso di scopertura della Dolina Nord e al necessario arretramento della scarpata detritica locale.

A cadenza almeno mensile saranno predisposti da parte della Società dei report per illustrare ad FST e Parco lo stato di avanzamento dei lavori di scopertura. Una volta riscoperto uno o più accessi, di comune accordo, si definiranno le modalità tecniche per renderli accessibili predisponendo in cava un adeguato percorso.

Nel corso dello stesso sopralluogo è stata individuata da terra l’imboccatura in parete del Bailame e presi accordi per la realizzazione della linea vita di collegamento con lo stesso imbocco e con l’imbocco della Belfagor. In particolare è stato concordato che un tecnico dell’FST unitamente ad uno per conto della Società (operatore tecchiaiolo della Vertical Services srl) andranno in parete in prossimità delle cavità per poi istruire la Società sulle modalità di allestimento dei due accessi.

Ad oggi gli interventi stanno proseguendo e, da ultime notizie avute dal geologo professionista, le linee vita previste per il raggiungimento degli ingressi di Bailame e Belfagor sono state ultimate, mentre l’asportazione del detrito dall’ingresso di Cann’Abiss sta andando a rilento a causa di un incendio doloso per mano di sconosciuti che ha coinvolto quattro mezzi pesanti, tra cui un dumper utilizzato appunto nelle operazioni di scavo.

Si ipotizza comunque di ultimare i lavori durante la prossima stagione primavera/estate 2022.

CAVA RIGO

Abisso Tripitaka (T/LU 1024)

La vicenda, per la stagione invernale 20/21 particolarmente avversa e le abbondanti nevicate, è lontana dall’essere risolta. Infatti la situazione in Cava Rigo è quella che risulta dalla foto che segue, risalente al giugno 2021.

Il Comitato Federale decide di sollecitare il Parco al rispetto delle prescrizioni impartite da ordinanze precedenti con lettera datata giugno 2021, inviata per conoscenza anche ai Carabinieri Forestali (Prot n°21-LT-2021-U).

A questo sollecito il Parco ha risposto con l’Ordinanza di sospensione e riduzione in pristino n. 6 del 7 luglio 2021, nella quale ordina alla ditta Calacata Arni srl:

a) di realizzare le opere di sistemazione ambientale di seguito elencate, entro 30 giorni dal ricevimento della presente Ordinanza:

1.liberare completamente l’ingresso dell’Abisso Tripitaka dal detrito che continua ad occluderlo;

2. adottare e mettere in opera tutte le necessarie misure per la tutela dell’ambiente carsico ipogeo da eventuali infiltrazioni di marmettola e di acque dilavanti;

3. rimuovere il cumulo di detriti posto a sinistra della strada di arroccamento che incombe sull’ingresso dell’Abisso Tripitaka, onde evitare probabili rotolamenti di materiali verso l’Abisso medesimo;

4. mantenere libero lo spazio antistante l’Abisso Tripitaka da massi e detriti e garantirne un percorso di accesso in sicurezza, privo di massi e materiali ingombranti;

b) di comunicare al Parco l’avvenuta fine lavori delle opere di sistemazione ambientale di cui sopra, allegando idonea documentazione fotografica.

Dalla foto che segue, si evince che sono state applicate le prescrizioni n. 1 e 3, mentre risultano ancora inapplicate le prescrizioni n. 2 e 4. Infatti il piano di cava antistante l’ingresso dell’Abisso si trova ad un livello superiore all’ingresso stesso e questo facilita l’infiltrazione di marmettola e di acque dilavanti durante fenomeni di precipitazione.

Non è stato ancora allestito un percorso di accesso in sicurezza alla cavità, ma siamo riusciti comunque (prendendo contatti col capo cava) ad entrare ed armare Tripitaka in attesa della prova di tracciamento delle sue acque previsto per la tarda primavera/estate 2022.

CAVA FONDONE

Buca della Neve di Cava Fondone 365 T/LU

A inizio maggio 2021 su richiesta dei Carabinieri Forestali di Lucca, FST è stata convocata per effettuare un sopralluogo in Cava Fondone del Monte Altissimo (Seravezza LU), a seguito di una segnalazione arrivata riguardo l’intercettazione di cavità carsica: si presumeva che si trattasse della Buca della Neve di Cava Fondone, censita nel Catasto Grotte della Toscana al numero 365 T/LU. Erano presenti anche i guardiaparco del Parco delle Apuane e tecnici del Comune di Seravezza.

L’area di Monte Altissimo in questione presenta un carsismo molto sviluppato. Per farsi un’idea di quanto detto, basti vedere l’ortofoto sotto riportata, in cui sono stati posizionati nella cava gli ingressi delle grotte ad oggi presenti a catasto.

Il pallino rosso col numero 365 indica la posizione dell’ingresso della Buca della Neve di Cava Fondone (Foto n. 1).

Foto n. 1 ingressi grotte presenti in Cava Fondone

Sulla rivista Sottoterra n. 86 dell’aprile 1991 si legge che “… fra tutte le cavità della zona questa ha l’ingresso più appariscente, essendo visibile dalla carrozzabile sul fianco ovest di Cava Fondone, come ampia spaccatura …” (Foto n. 2).

Fino all’agosto 1986 la grotta era costituita dal solo pozzo di ingresso, poi dopo il forzamento della fessura di fondo da parte del Gruppo Speleologico Lucchese, la cavità è stata portata agli attuali 140 metri. Una descrizione dettagliata della morfologia della grotta si trova nel numero 74 della rivista Sottoterra.

Foto n. 2 ingresso storico di Buca della Neve di Cava Fondone

In occasione del sopralluogo l’area dove si apre l’accesso alla cavità (dietro alle persone a centro foto) si presentava in questo modo (Foto n. 3).

Foto n. 3 ingresso Buca della Neve maggio 2021

Foto n. 4 ingresso Buca della Neve armato per il sopralluogo

Grazie alla ripetizione del rilievo topografico dei primi metri della grotta, siamo riusciti a stabilire con certezza che si trattava della 365 T/LU, cosa per niente scontata visto che la zona è stata completamente sconvolta dall’attività di escavazione.

Infatti sovrapponendo al vecchio rilievo presente a Catasto la poligonale eseguita nell’occasione, ci siamo resi conto che il caposaldo n. 5 corrispondeva con l’attuale ingresso della Buca e di conseguenza mancavano all’appello i primi 15 metri di sviluppo (Figura n. 1).

Figura n. 1 sovrapposizione della poligonale sul rilievo storico della Buca della Neve

Durante il sopralluogo abbiamo messo in evidenza alcune gravi criticità nella conduzione della Cava, ossia la cattiva gestione dei rifiuti di lavorazione (marmettola) e la mancata sigillatura delle innumerevoli fessure, come si vede dalle foto seguenti (Foto n. 5, 6).

Foto n. 5 marmettola accumulata all’interno della Buca della Neve

Foto n. 6 fessura non sigillata presente sul piano di cava

Buca Sopra Cava Fondone 1010 T/LU

In Cava Fondone è stata ispezionata anche la Buca Sopra Cava Fondone, censita al numero 1010 T/LU del Catasto Grotte. Nel maggio scorso la situazione di questa grotta era quella che mostrano le foto che seguono (Foto n. 7, 8).

Foto n. 7 areale dove si apre l’ingresso della Buca Sopra Cava Fondone

Foto n. 8 ingresso Buca Sopra Cava Fondone

Anche in questo caso, dal confronto tra rilievo eseguito a “occhiometro” e rilievo presente a Catasto, abbiamo dedotto che sono stati asportati i primi 15 metri di grotta.

Sul fondo del pozzo c’è ora un letto di detrito, che di fatto rende impossibile proseguire la discesa verso il fondo conosciuto della grotta (Figura n. 2).

Figura n. 2 rilievo Buca Sopra Cava Fondone con indicazione del livello ingresso attuale

A completamento dell’attività, durante quel fine settimana di maggio, i volontari della Federazione hanno riposizionato numerosi ingressi delle grotte conosciute in zona. Alcune di queste non sono state ritrovate, perché coperte dai detriti di lavorazione o semplicemente tagliate e asportate, quali:

    • Pozzetto a Ovest della Buca Sopra Cava Fondone 1132 T/LU
    • Buca del Piano 1133 T/LU
    • Pozzetto Sopra Cava Fondone 1125 T/LU
    • Pozzo dei Cubi 1127 T/LU
    • Pozzo Sopra la Cava 1126 T/LU
    • Abisso Luigi Zuffa 316 T/LU
    • Abisso Ribaldone 711 T/LU

A seguito del sopralluogo di cui sopra il Parco delle Alpi Apuane ha emesso Ordinanza di sospensione e riduzione in pristino n. 2 del 31 maggio 2021, nella quale ordinava alla ditta Henraux, con effetti dalla data di notifica della presente ordinanza:

  • la sospensione immediata di ogni attività di lavorazione nelle aree interessate dalle cavità carsiche denominate “Buca della neve di cava Fondone” codice 365 T/LU e “Buca sopra cava Fondone” codice 1010 T/LU, per un raggio di almeno 15 metri misurato dal bordo esterno degli ingressi delle cavità, come individuate nell’allegato cartografico allegato alla presente Ordinanza;
  • la pulizia immediata dei piazzali di cava comprensiva della rimozione della marmettola e di ogni altro materiale fine presente;
  • la realizzazione immediata di un idoneo sistema di raccolta e convogliamento delle acque presenti sui piazzali di cava, al fine di evitare infiltrazioni di marmettola nelle eventuali fratture presenti;
  • la sigillatura immediata di ogni frattura presente sui piazzali di lavorazione;
  • l’esecuzione di un rilievo dello stato attuale della cava con la sovrapposizione dello stato autorizzato e con l’inserimento degli ingressi delle cavità carsiche “Buca della neve di cava Fondone” e “Buca sopra cava Fondone” e di ogni altra cavità carsica censita e presente nel sito estrattivo, da rendersi nella forma di perizia giurata da tecnico abilitato, da trasmettere al Parco entro 15 giorni dal ricevimento della presente Ordinanza.

Demandava a successive proprie Ordinanze la richiesta di riduzione in pristino, di risistemazione e di eventuale ricostruzione dell’assetto morfologico ed idrogeologico e delle specie vegetali ed animali come previsto dalla L.R. 30/2015.

All’indomani del provvedimento del Parco, sul Quotidiano Nazionale del 6 giugno usciva un articolo dai toni a dir poco trionfalistici, di

cui riportiamo la pagina (Figura n. 3 – articolo QN del 6 giugno 2021).

L’illusione che per una volta fossimo riusciti a fermare lo scempio delle Apuane è durata poco.

Dalle foto che seguono dell’agosto scorso, ricevute con una segnalazione anonima, emerge che la prescrizione alla lettera a) non è stata rispettata. Infatti sul piano di cava dove si concentrano attualmente i lavori di escavazione gli ingressi della Buca della Neve di Cava Fondone 365 T/LU e di altra cavità non catastata sono stati protetti dal pericolo di infiltrazioni di marmettola con la realizzazione di muretti alti circa 50 cm, ma la loro distanza dai tagli di lavorazione risulta ben inferiore ai 15 m previsti (Foto n. 9, 10, 11).

Foto n. 9 ingresso Buca della Neve protetta da cordolo di 50 cm

Foto n. 10 ingresso cavità non catastata protetta da cordolo di 50 cm

Foto n. 11 panoramica di Cava Buca in Cava Fondone con indicazione degli ingressi

La FST ha chiesto quindi, con lettera inviata al Parco e ai Carabinieri Forestali (Prot. 26-LT-2021- U), la cessazione dell’escavazione su quel piazzale di cava, non potendo in nessun modo essere rispettati i vincoli delle distanze dagli ingressi e dagli sviluppi delle cavità presenti.

Siamo ancora in attesa di risposta.

CAVA PIASTRAIO-PIASTRICCIONI

A inizio giugno 2021 volontari della Federazione convocati dai Carabinieri Forestali hanno partecipato ad un sopralluogo in Cava Piastraio-Piastriccioni: cava in galleria di notevoli dimensioni, che si sviluppa su tre livelli, sul M.te Corchia, Comune di Levigliani (LU). Durante il sopralluogo erano presenti anche guardiaparco del Parco Apuane e funzionari della Regione

Toscana. Scopo del sopralluogo era principalmente quello di verificare il rispetto del piano estrattivo autorizzato e il rispetto delle prescrizioni del Piano di Compatibilità Ambientale e Nulla Osta rilasciato dal Parco.

Dalla visita in cava è emerso quanto segue:

    • cattiva gestione dei rifiuti di lavorazione, marmettola in particolare, e mancanza di un idoneo sistema di raccolta e convogliamento delle acque;
    • cavità intercettate e non segnalate;
    • cavità ispezionabili, ma sigillate e non segnalate;
    • pozzo di considerevoli dimensioni intercettato e non segnalato, anzi celato con blocchi di marmo squadrati.

Più di ogni descrizione, dicono molto le foto che seguono.

Foto n. 1 marmettola onnipresente sui piani di escavazione (livello 1 di cava)

Foto n. 2 accumulo di marmettola arginata da blocchi (livello 2 di cava)

Foto n. 3 pozzo di grandi dimensioni intercettato e non segnalato con tamponatura che cela una cavità non più ispezionabile (livello 1 di cava)

Foto n. 4 blocchi di marmo che celano un pozzo di grandi dimensioni al livello 3 di cava

A seguito del sopralluogo il Parco ha emesso l’Ordinanza di sospensione e riduzione in pristino n. 3 del 7 giugno 2021, che ordina alla ditta Cooperativa Condomini Lavoratori Beni Sociali di Levigliani a r.l.:

  • la sospensione immediata di ogni attività di lavorazione nelle aree interessate dalle cavità carsiche individuate per un raggio di almeno 15 metri misurato dal bordo esterno degli ingressi delle cavità;
  • la rimozione del materiale che è stato posto a tamponamento e occlusione delle cavità carsiche di cui sopra, per consentirne l’ispezione speleologica, entro trenta giorni dal ricevimento della presente ordinanza, dandone comunicazione al Parco e alle altre amministrazioni interessate;
  • la pulizia immediata dei piazzali di cava comprensiva della rimozione della marmettola e di ogni altro materiale fine presente;
  • la realizzazione immediata di un idoneo sistema di raccolta e convogliamento delle acque presenti sui piazzali di cava, al fine di evitare infiltrazioni di marmettola nelle eventuali fratture presenti;
  • l’esecuzione di un rilievo dello stato attuale della cava con la sovrapposizione dello stato autorizzato e con l’inserimento degli ingressi delle cavità carsiche individuate da rendersi nella forma di perizia giurata da tecnico abilitato, da trasmettere al Parco entro 15 giorni dal ricevimento della presente Ordinanza.

Demanda inoltre a successive proprie Ordinanze la richiesta di riduzione in pristino, di risistemazione e di eventuale ricostruzione dell’assetto morfologico ed idrogeologico e delle specie vegetali ed animali come previsto dalla L.R. 30/2015.

Nonostante siano trascorsi ampiamente i trenta giorni dalla notifica dell’Ordinanza previsti, non abbiamo riscontro circa gli sviluppi della vicenda.

Ultimo aggiornamento: lo scorso 12 febbraio, durante un sopralluogo con i Carabinieri Forestali, è stato forzato l’accesso al pozzo celato da grossi blocchi di marmo al livello 3 della cava ed ispezionato.

CAVA PIASTRABAGNATA

A giugno e settembre 2021 FST è stata convocata per un sopralluogo in Cava V e VI di Piastrabagnata Valle di Arnetola Vagli di Sotto (LU) dal Parco delle Apuane.

Scopo del sopralluogo era quello di verificare lo stato e la rilevanza di due cavità carsiche e due fratture beanti individuate nel Rapporto istruttorio del Settore Pianificazione e controlli in materia di cave della Regione Toscana (acquisito al protocollo del Parco in data 22.05.2021 al n. 2019), nonché oggetto della Ordinanza del Presidente del Parco n. 5 del 29 giugno 2021.

Dal sopralluogo è emerso in sintesi quanto segue.

Cavità carsica presente nell’angolo Nord Est di Cava VI: la cavità risulta attualmente protetta da infiltrazioni di acqua, tramite un muretto in blocchi di cemento, realizzato in prossimità della base dell’apertura. La cavità, da una analisi spedita condotta da uno speleologo al momento del sopralluogo, risulta esplorabile, in direzione orizzontale, per circa 10 metri.

Attualmente il pavimento della cavità risulta riempito di terra naturale.

Alla ditta Cooperativa Apuana Vagli Sopra soc. coop. a r.l. è stato richiesto:

    • di rimuovere la parte superficiale della terra che occlude il pavimento per una profondità di circa 2 metri;
    • che nella attuazione delle azioni previste nel progetto di coltivazione approvato, sia sempre e comunque garantita la protezione della cavità carsica da infiltrazioni di acqua e materiale detritico, e la sua accessibilità ai fini della esplorazione speleologica;
    • lo sbasso del piano attuale, che nel progetto approvato si spinge fino in prossimità del muretto di protezione della cavità, dovrà attestarsi e non superare la frattura presente e visibile sul piano di cava, garantendo un margine di protezione variabile tra i 4 e 6 metri dal bordo dell’ingresso. La ditta dovrà identificare graficamente tale frattura negli elaborati del piano di coltivazione, trasmettendone copia al Parco e alle altre amministrazioni interessate.

Frattura presente sul lato Nord di Cava VI: la frattura risulta attualmente protetta da infiltrazioni di acqua, tramite la cementazione del pavimento di cava e un muretto in blocchi di cemento, realizzato in prossimità della base. La frattura risulta completamente riempita da terre e detriti naturali e pertanto non risulta esplorabile.

La frattura non presenza rilevanza e pertanto non si ritiene di dover richiedere particolari azioni di tutela se non quella di garantirne la protezione da infiltrazioni di acqua e materiale detritico.

Cavità carsica presente sul lato Sud di Cava VI: la cavità risulta attualmente protetta da infiltrazioni di acqua, tramite un muretto in blocchi di cemento, realizzato in prossimità della base dell’apertura e da un telo di plastica.

All’interno della cavità risulta presente una vasca di raccolta delle acque i cui condotti di immissione sono stati occlusi e pertanto al momento non riceve acqua dall’esterno.

La cavità ha dimensioni tali da poter essere esplorabile, anche se al momento del sopralluogo il telo in plastica e la presenza della vasca di raccolta ne hanno impedito una visione dell’ingresso e dell’immediato interno. L’area prospicente la cavità, per un raggio di 15 metri, non risulta oggetto di escavazione.

Alla ditta Cooperativa Apuana Vagli Sopra soc. coop. a r.l. è stato richiesto:

    • di rimuovere la vasca di raccolta delle acque e il telo in plastica, provvedendo alla raccolta delle acque in altra zona e secondo modalità non interferenti con la cavità;
    • che nella attuazione delle azioni previste nel progetto di coltivazione approvato sia sempre e comunque garantita la protezione della cavità carsica da infiltrazioni di acqua e materiale detritico, e la sua accessibilità ai fini della esplorazione speleologica. In particolare la prevista rampa di accesso ai piani superiori della cava, progettata nelle vicinanze della cavità, dovrà essere realizzata in blocchi ciclopici e non in materiale detritico e dovrà avere una distanza dall’ingresso della cavità di almeno 3 metri.

Frattura presente sul lato Est di Cava V: la frattura risulta attualmente protetta da infiltrazioni di acqua, tramite la cementazione della base e del pavimento del piano di cava. Il fronte di cava in cui è presente la frattura, dal giorno del sopralluogo effettuato dal Settore Pianificazione e controlli in materia di cave della Regione Toscana, al giorno dell’emissione dell’Ordinanza del Parco, che ha sospeso le lavorazioni, è stato arretrato di circa 4 metri e la frattura presente risulta ulteriormente ridotta rispetto a quella rilevata durante il sopralluogo della Regione. La frattura non presenza rilevanza e pertanto non si ritiene di dover richiedere particolari azioni di tutela se non quella di garantirne la protezione da infiltrazioni di acqua e materiale detritico.

A conclusione del sopralluogo la Federazione Speleologica Toscana, in merito allo sviluppo delle coltivazioni sul fronte alto della cava VI, autorizzate con un recente provvedimento regionale ma non ancora avviate, ha suggerito alla ditta di verificare, prima dell’inizio delle coltivazioni, la possibile presenza di cavità carsiche di rilevo, rendendosi disponibile ad effettuare tale attività di ricerca e verifica.

I provvedimenti sopra elencati sono contenuti nella Ordinanza di sospensione e riduzione in pristino n. 8 del 27 settembre 2021.

CAVA FOSSA DEI TOMEI

Durante il mese di giugno 2021 e nuovamente lo scorso 21 settembre la Federazione, invitata dal Parco delle Apuane, ha partecipato ad un sopralluogo presso la Cava Fossa dei Tomei (Valle di Arnetola – Comune di Vagli – LU), per verificare lo stato di due cavità: Buca del Bancaio 1299 T/LU e Abisso dei Tarzanelli 1046 T/LU. L’ingresso della prima cavità non è stato rinvenuto, mentre l’ingresso dell’Abisso dei Tarzanelli originale si presume sia stato coperto dalla massicciata realizzata per il posizionamento di cisterne della cava (Foto n. 1).

Foto n. 1 cisterne nei pressi dell’ingresso Abisso Tarzanelli

Fortunatamente accanto alla massicciata è stato notato un buco soffiante di piccole dimensioni, che si presume sia un ingresso secondario dell’abisso. Il Parco ha disposto che i cavatori rimuovano le cisterne e la massicciata, affinché sia possibile rendere di nuovo accessibile la cavità carsica e verificarne lo stato di conservazione.

Da ultimi aggiornamenti, la rimozione delle cisterne è avvenuta e la cavità liberata.

CAVA BORELLA

Nella giornata del 21/09/2021 durante un sopralluogo congiunto con l’ente Parco Regionale delle Alpi Apuane alcuni membri della Federazione Speleologica Toscana aps, in particolare facenti parte della Commissione Scientifica, hanno potuto osservare presso la Cava Borella (Vagli di Sotto – Lucca) un ingente numero di individui di Ichthyosaura alpestris (Foto n. 1).

Foto n. 1 tritone alpestre

Il sito estrattivo della Cava Borella posto nel bacino estrattivo Monte Pallerina nel Comune di Vagli di Sotto (LU) è stata lavorata fino al secondo dopoguerra e dismessa nel 1980. Nel 1996 fu progettato un lodevole recupero del sito estrattivo da destinarsi ad eventi e spettacoli culturali. Nel 2011 è stata deliberata dal Comune di Vagli di Sotto la riattivazione di questo sito estrattivo, fino ad oggi che è stato nuovamente fermato.

Foto n. 2 sito estrattivo dismesso

Come si può osservare dalla sottostante foto, grazie all’apporto di acqua meteorica, al fondo impermeabile e alla stessa morfologia dovuta all’attività estrattiva, all’interno della cava si è formato un laghetto, che come già detto precedentemente, è stato colonizzato dal Tritone alpestre apuano.

Le specie appartenenti a quest’ordine sono conosciute con il nome comune di tritoni e salamandre, ma tassonomicamente sono definiti Caudati o Urodeli.

Un anfibio urodelo è compreso tra le specie segnalate dal Repertorio naturalistico toscano (RE.NA.TO.), nelle schede BioItaly dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana Sistema informativo regionale ambientale e nelle schede del Ministero dell’Ambiente. Inoltre è inserito nell’elenco del Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) come Least Concern (minor preoccupazione) nonostante sia all’interno della lista rossa.

Nella “Relazione di incidenza delle previsioni di piano relativa ai Siti di Importanza Regionale presenti nel territorio comunale”, realizzata nel 2009 dalla Dott.ssa Paola Lanese per conto del Comune di Massa, vi è il rimando alla “Direttiva Habitat, che mira alla conservazione di tutti gli habitat naturali e seminaturali della flora e fauna selvatiche e con la quale viene predisposta una rete ecologica europea di Zone Speciali di Conservazione (ZSC) chiamata Rete Natura 2000”. Per queste zone è prevista l’adozione di misure di conservazione per prevenire il degrado degli habitat naturali e semi naturali e di qualsiasi elemento di perturbazione delle specie vegetali e animali selvatiche, come è già stato fatto per la Cava Valsora (MS), che è rientrata in tale rete.

Con lettera Prot n° 28-LT-2021-U lo scorso 23 ottobre la Federazione Speleologica Toscana aps ha segnalato al Parco Apuane, all’Assessore all’Ambiente, Economia circolare, Difesa del suolo, Lavori pubblici e Protezione civile, al Direttore generale del Dipartimento per il Personale, la Natura, il Territorio e il Mediterraneo – Direzione generale per il Patrimonio Naturalistico (PNA) Ministero per la Transizione Ecologica l’abbondante presenza di individui di Ichthyosaura alpestris (Tritone alpestre apuano), all’interno della Cava Borella in Valle di Arnetola (Comune di Vagli – Lucca) al fine di preservare il loro habitat. Siamo in attesa di riscontro e speriamo per il meglio.

PROGRAMMI PER IL 2022

A giugno 2021 è stato sottoscritto da FST e Parco Apuane un Protocollo d’Intesa per la valorizzazione e la protezione delle cavità carsiche. In questo documento, per garantire l’accesso in sicurezza alle grotte i cui ingressi si trovano in cave attive e permetterne il monitoraggio, è prevista un’apposita cartellonistica, in cui viene indicato il percorso da seguire.

Abbiamo già individuato questa tipologia di grotte presenti a Catasto e comunicate al Parco. Durante il 2022 il lavoro in programma sarà incentrato sulla definizione dei cartelloni da collocare.

A cura della Commissione Ambiente della FST aps

Apr 212022
 

Le attività della Federazione sono estremamente importanti per la speleologia Toscana e non solo, ed è fondamentale l’aiuto di tutti per poterle portare avanti come da più di cinquant’anni viene fatto, soprattutto in un momento cruciale come questo dove la Federazione sta cominciando a ricoprire il ruolo di interlocutore privilegiato con enti, istruzioni e forze dell’ordine in merito ai temi legati alla tutela dell’ambiente carsico e della montagna, e tutto questo con ottimi risultati già conseguiti.

Sostenere la Federazione Speleologica Toscana è facile, oltre alla possibilità di donare il 5‰ dell’IRPEF (leggi qui), si può versare un contributo di 10€, a fronte del quale sarà possibile ricevere a casa due numeri di Talp, il versamento può essere effettuato in due modi:

– Versare un contributo 10,00 euro sul c.c.p. n. 10770501
– Effettuare un bonifico bancario su IBAN: IT59M0503470150000000004218 intestato a: FEDERAZIONE SPELEOLOGICA TOSCANA aps c/o Museo di Storia naturale del Mediterraneo Via Roma 234, 57127 Livorno

NOTA BENE: è possibile versare contributi maggiori, daranno diritto a ricevere 2 numeri ogni 10€.

Si ricorda inoltre che è possibile Effettuare versamenti collettivi basta comunicare l’elenco dei sostenitori.

In ogni caso si prega di inviare a talp@speleotoscana.it copia del versamento effettuato, il nominativo/i e l’indirizzo/i a cui devono essere spediti i numeri di TALP, per i versamenti collettivi può essere comunicato anche un solo indirizzo (esempio la sede del gruppo di appartenenza) dove inviare le copie.

E’ possibile ricevere tutti i numeri di TALP fino al 57 in blocco a fronte di un contributo di 100€. Attenzione: i numeri 1,2,9 e 19 sono esauriti, per gli acquisti in blocco le disponibilità effettive degli altri numeri possono variare in base alle richieste, si consiglia di richiedere le disponibilità effettive.

Mar 252022
 

Anche quest’anno sarà possibile sostenere la Speleologia Toscana donando il 5‰ dell’IRPEF alla FST.

Un piccolo aiuto che contribuirà a portare avanti i progetti e le iniziative federali. Sarà sufficiente scrivere il codice fiscale 80033010481 nell’apposito spazio riservato sulla dichiarazione dei redditi. È sempre più importante sostenere l’impegno della federazione nella tutela e nella salvaguardia dell’ambiente carsico e montano e quindi delle risorse idriche, esigenze ancora più attuali alla luce del periodo di siccità estrema che stiamo vivendo e proprio nell’anno internazionale delle grotte e del carsismo IYCK22.

Progetto ToscoBAT

 
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ToscoBAT project.

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I pipistrelli nelle grotte della Toscana.

Una sintesi dopo i primi 9 anni di un progetto condiviso fra il Museo di storia naturale di Firenze e la Federazione Speleologica Toscana.

Ph. Paolo Agnelli

Gli specialisti di pipistrelli generalmente riescono a campionare correttamente le colonie di pipistrelli solo una o due volte l’anno e in poche delle numerose grotte che dovrebbero visitare, a causa dei costi elevati e del tempo necessario. Ci sono poi molte grotte con pipistrelli che gli specialisti nemmeno conoscono o che sono una sfida tecnicamente troppo difficile per chi non è un esperto speleologo.

Tuttavia, i siti sotterranei artificiali e naturali, come le grotte e le miniere, sono habitat focali per la conservazione dei pipistrelli. Pertanto una corretta conoscenza della presenza e dell’abbondanza di pipistrelli nelle grotte durante le diverse stagioni dell’anno in una determinata area è uno strumento primario per sviluppare un utile piano di conservazione a scala locale o regionale.

Per questi motivi, la raccolta di dati di presenza nelle cavità sotterranee è una grande preoccupazione per gli specialisti di pipistrelli, che perciò chiedono aiuto agli speleologi.

D’altra parte, gli speleologi si rendono conto delle straordinarie peculiarità dei pipistrelli, formidabili compagni delle loro esplorazioni. Quindi cercano il contatto con i chirotterologi per meglio conoscerli e per comprendere il ruolo di queste straordinarie creature nel mantenimento della vita negli habitat sotterranei.

In Toscana la collaborazione e lo scambio tra esperti di pipistrelli e speleologi è iniziata in modo più organizzato e continuativo durante i primi anni 2000 e da allora nella nostra regione sono state molte le uscite congiunte in grotta per permettere agli zoologi di raccogliere importanti osservazioni sui pipistrelli. E molti sono stati gli incontri di formazione gratuiti sulla biospeleologia da parte di esperti di pipistrelli tenuti presso i gruppi speleo. Durante questi incontri si parla della biologia degli animali che abitano gli ipogei, dell’importanza della vita sotterranea, delle sue criticità e dei migliori comportamenti da adottare durante le esplorazioni sotterranee.

Per rafforzare e facilitare questa collaborazione, è stato sviluppato il progetto di un database online condiviso. Per questo nel 2014 è nato ToscoBAT.

Il database ha lo scopo di raccogliere dati sulla presenza dei pipistrelli nelle grotte della Toscana. Grazie alla collaborazione tecnica dell’amico Walter Santi che ha sviluppato questo strumento online, e con l’aiuto della Federazione Speleologica Toscana che lo ha testato, il database è stato inaugurato nella primavera del 2014 e presentato ufficialmente all’VIII Congresso della Federazione Speleologica Toscana.

Adesso qualsiasi speleologo o gruppo speleologico può iscriversi a ToscoBAT, consultare le informazioni sui pipistrelli di molte delle grotte della regione e avere a disposizione degli specialisti per ogni loro curiosità sui nostri compagni alati. Al ritorno da ogni esplorazione, gli speleologi registrati possono effettuare il login e compilare una semplice scheda fornendo informazioni sul luogo, l’ora e l’oggetto delle loro osservazioni chirotterologiche. Sulla scheda si possono anche caricare le immagini dei pipistrelli e delle grotte indagate. Le informazioni raccolte dagli speleologi saranno poi convalidate da esperti per correggere eventuali errori di input relativi alle specie osservate. Nel database si possono anche leggere le misure di conservazione suggerite dagli esperti per ciascuna grotta, compresi i periodi in cui l’esplorazione è preferibilmente da evitare, come nel caso di colonie riproduttive o di letargo di particolarmente numerose, particolarmente esposte al disturbo o di specie particolarmente rare.

I risultati di questa collaborazione non si sono fatti attendere e nonostante l’inevitabile riduzione di attività nei due anni in lockdown, le informazioni sulla distribuzione dei pipistrelli nei rifugi ipogei toscani sono oggi aumentate enormemente.


Nel 2003, le conoscenze del Museo di storia naturale di Firenze sui rifugi dei chirotteri cavernicoli erano ancora molto limitate e si conoscevano solo una quarantina di cavità ipogee con segnalazioni confermate e recenti. Un primo incremento si ebbe a partire dal 2004, con le prime collaborazioni con i gruppi speleo di Firenze, Pisa e Prato e quindi nel 2014, alla partenza del progetto ToscoBAT.

Oggi, dopo 9 anni di collaborazione con la Federazione Speleologica Toscana, conosciamo ben 256 rifugi ipogei che costituiscono il 39% dei rifugi conosciuti (57% negli edifici e 4% negli alberi)!

Evidentemente l’importanza per i chirotteri dei rifugi ipogei era davvero sottostimata e ciò è confermato anche dall’analisi delle preferenze ambientali conosciute per le 29 specie di Chirotteri che vivono in Toscana. Credo comunque che i numeri cresceranno ancora a favore dei rifugi ipogei, basti pensare che le grotte sinora visitate dai ricercatori del Museo o segnalate dagli speleologi toscani sono solo circa il 10% di quelle catastate!

Concretamente, questi risultati si traducono in una migliore conoscenza del territorio toscano e nella possibilità di individuare quali sono i rifugi più importanti per la conservazione della nostra chirotterofauna che, come sappiamo, ha un grandissimo valore ecologico per i numerosi servizi ecosistemici che i pipistrelli ci forniscono, primo fra tutti il controllo del numero degli insetti dannosi alla salute o all’agricoltura.

In Toscana, abbiamo potuto definire i rifugi più importanti per i pipistrelli (edifici, grotte e alberi), scelti per numero di specie, numero di esemplari, rarità delle specie. In totale sono 40 rifugi e tra questi ci sono 12 grotte e 8 miniere in cui concentrare gli sforzi di conservazione. Di queste 20 cavità (evidenziate in giallo), 8 ospitano importanti colonie invernali di letargo, 5 primaverili-estive di riproduzione e 7 sono frequentate in entrambe le stagioni. Se escludiamo le miniere, che non hanno particolare interesse speleologico, stiamo parlando di circa lo 0,5% delle grotte catastate. E’ chiaro che in queste cavità occorre fare particolare attenzione a non disturbare gli animali e in certe stagioni può essere necessario rimandare la visita ad un altro momento. Tutte queste info sono sempre disponibili su ToscoBAT per tutti i gruppi che si iscrivono.

Tali informazioni hanno una notevole importanza anche per i progetti di “Monitoraggio” coordinati dalla Regione Toscana e promossi dal Ministero all’Ambiente nell’ambito di progetti europei come Natura-2000.

Non resta che fare alcune raccomandazioni a chi vorrà unirsi a coloro che già condividono le loro osservazioni su ToscoBAT: iscrivetevi personalmente collegandovi al sito http://toscobat.speleotoscana.it/front/ o più semplicemente iscrivete un rappresentante del vostro Gruppo Speleo. Quando programmate un’uscita in grotta consultate prima ToscoBAT per capire se occorre fare attenzione alla presenza di colonie importanti (i cosiddetti “semafori”) e al rientro segnalate ogni osservazione. Ma ricordate che anche le assenze sono un dato importante per capire la complessa biologia dei nostri pipistrelli.

La collaborazione e la condivisione sono l’unica via verso la tutela dei chirotteri e dell’ambiente sotterraneo in generale. Ma attenzione, su ToscoBAT ci sono informazioni che riguardano la presenza di colonie sensibili. Dobbiamo tenercele per noi e non divulgarle ad altri “babbani” che non potrebbero comprendere il potenziale rischio di un disturbo irreversibile, perché la condivisione funziona solo quando le persone sono tutte informate e consapevoli.

È per questo che occorre incentivare anche lo scambio e la discussione. È per questo che dobbiamo incoraggiare la conoscenza della biospeleologia e dei pipistrelli cavernicoli in particolare, con incontri dedicati ai corsi di speleologia di ogni livello.

Io per questo sono sempre disponibile

Firenze – Novembre 2023

Paolo Agnelli
Zoologo del Museo “La Specola” di Firenze
Socio onorario del Gruppo Speleo Pistoia
Socio di “La Venta, esplorazioni geografiche”

English translation by chatGPT

Bats in the Caves of Tuscany.

A summary after the first 9 years of a shared project between the Natural History Museum of Florence and the Tuscan Speleological Federation.

Bat specialists generally can correctly sample bat colonies only once or twice a year in a few of the numerous caves they should visit due to high costs and time constraints. Many caves with bats are either unknown to specialists or are technically challenging for non-expert spelunkers.

However, underground sites, both natural and artificial, such as caves and mines, play a crucial role in bat conservation. Therefore, having accurate knowledge of bat presence and abundance in caves during different seasons in a specific area is essential for developing effective local or regional conservation plans.

For these reasons, collecting data on bat presence in underground cavities is a major concern for bat specialists, who seek assistance from spelunkers.

On the other hand, spelunkers recognize the unique characteristics of bats and seek contact with chiropterologists to better understand these remarkable creatures’ role in underground ecosystems.

In Tuscany, the collaboration between bat experts and spelunkers became more organized and continuous during the early 2000s. Since then, there have been numerous joint cave explorations to gather valuable observations on bats. Additionally, free training sessions on biospeleology, conducted by bat experts, have been held within speleological groups. These sessions cover the biology of subterranean animals, the importance of underground life, its challenges, and best practices during underground explorations.

To strengthen and facilitate this collaboration, the ToscoBAT project, an online shared database, was developed in 2014. This platform allows spelunkers to access information about bats in many of the region’s caves and seek guidance from bat specialists. After cave explorations, registered spelunkers can log in and submit simple reports with information about the location, time, and their bat-related observations. These observations are later validated by experts to correct any input errors regarding the observed species. The database also includes conservation recommendations provided by experts for each cave, including periods when exploration is preferably avoided, such as during breeding or hibernation of vulnerable colonies or rare species.

The results of this collaboration have been significant, and despite reduced activity during the lockdown years, information on the distribution of bats in Tuscan underground shelters has significantly increased.

In 2003, the Natural History Museum of Florence had limited knowledge of bat cave shelters, with only about 40 confirmed and recent reports of subterranean cavities. The number increased in 2004, with collaborations with speleological groups in Florence, Pisa, and Prato, and further with the launch of the ToscoBAT project in 2014.

Today, after nine years of collaboration with the Tuscan Speleological Federation, we now know of 256 underground shelters, which make up 39% of the known shelters (57% in buildings and 4% in trees).

It is clear that the importance of underground shelters for bats was underestimated, as confirmed by the analysis of environmental preferences of the 29 bat species living in Tuscany. It is likely that the numbers will continue to favor underground shelters, considering that the caves visited or reported by researchers and Tuscan spelunkers so far represent only about 10% of those surveyed.

These findings contribute to a better understanding of the Tuscan territory and help identify the most critical shelters for bat conservation, given their significant ecological value in providing essential ecosystem services, such as controlling harmful insects to human health and agriculture.

In Tuscany, the most important shelters for bats (buildings, caves, and trees) have been defined based on the number of species, the number of individuals, and the rarity of species. There are 40 such shelters, including 12 caves and 8 mines where conservation efforts should be concentrated. Among these, 20 cavities (highlighted in yellow) host important winter hibernation colonies, 5 have spring-summer reproduction colonies, and 7 are frequented in both seasons. Excluding mines, which lack speleological interest, we are talking about approximately 0.5% of surveyed caves. It’s essential to take great care not to disturb these animals in these caves, and sometimes visits may need to be postponed to other times. All this information is always available on ToscoBAT for all registered groups.

This information is also crucial for “Monitoring” projects coordinated by the Tuscany Region and promoted by the Ministry of the Environment within European projects like Natura-2000.

For those interested in joining those already sharing their observations on ToscoBAT, I recommend signing up personally through the website or having a representative from your speleological group register. Before planning a cave expedition, consult ToscoBAT to understand the presence of important colonies (“traffic lights”), and report any observations upon your return. Remember that even absences are valuable data for understanding the complex biology of our bats.

Collaboration and sharing are the only ways to protect bats and underground environments. However, please be cautious, as ToscoBAT contains sensitive colony information. We must keep this information to ourselves and not disclose it to others who may not comprehend the potential risk of irreversible disturbance. Sharing works when everyone is well-informed and aware.

This is why we should encourage knowledge of biospeleology and cave-dwelling bats, with dedicated spelunking courses at all levels.

I am always available for this.

Florence – November 2023

Paolo Agnelli
Zoologist at the “La Specola” Museum in Florence
Honorary member of the Speleo Group Pistoia
Member of “La Venta, geographical explorations”

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