LA COMMISSIONE AMBIENTE E LE ATTIVITÀ 2021

CAVA CARCARAIA

Cann’Abiss, Bailame e Belfagor

A fine maggio 2021 FST è stata convocata per un nuovo sopralluogo, al fine di programmare in dettaglio gli interventi da avviare e che erano stati pianificati precedentemente.

Gli accordi presi sono stati i seguenti.

Per Cann’Abiss è stato stabilito di scavare direttamente la sala che presumibilmente rappresenta l’attuale ingresso della grotta, essendo stata tagliata la parte soprastante (Figura 1).

Tale intervento prevede di allontanare il materiale detritico in via definitiva dal cantiere, unitamente alle operazioni in corso di scopertura della Dolina Nord e al necessario arretramento della scarpata detritica locale.

A cadenza almeno mensile saranno predisposti da parte della Società dei report per illustrare ad FST e Parco lo stato di avanzamento dei lavori di scopertura. Una volta riscoperto uno o più accessi, di comune accordo, si definiranno le modalità tecniche per renderli accessibili predisponendo in cava un adeguato percorso.

Nel corso dello stesso sopralluogo è stata individuata da terra l’imboccatura in parete del Bailame e presi accordi per la realizzazione della linea vita di collegamento con lo stesso imbocco e con l’imbocco della Belfagor. In particolare è stato concordato che un tecnico dell’FST unitamente ad uno per conto della Società (operatore tecchiaiolo della Vertical Services srl) andranno in parete in prossimità delle cavità per poi istruire la Società sulle modalità di allestimento dei due accessi.

Ad oggi gli interventi stanno proseguendo e, da ultime notizie avute dal geologo professionista, le linee vita previste per il raggiungimento degli ingressi di Bailame e Belfagor sono state ultimate, mentre l’asportazione del detrito dall’ingresso di Cann’Abiss sta andando a rilento a causa di un incendio doloso per mano di sconosciuti che ha coinvolto quattro mezzi pesanti, tra cui un dumper utilizzato appunto nelle operazioni di scavo.

Si ipotizza comunque di ultimare i lavori durante la prossima stagione primavera/estate 2022.

CAVA RIGO

Abisso Tripitaka (T/LU 1024)

La vicenda, per la stagione invernale 20/21 particolarmente avversa e le abbondanti nevicate, è lontana dall’essere risolta. Infatti la situazione in Cava Rigo è quella che risulta dalla foto che segue, risalente al giugno 2021.

Il Comitato Federale decide di sollecitare il Parco al rispetto delle prescrizioni impartite da ordinanze precedenti con lettera datata giugno 2021, inviata per conoscenza anche ai Carabinieri Forestali (Prot n°21-LT-2021-U).

A questo sollecito il Parco ha risposto con l’Ordinanza di sospensione e riduzione in pristino n. 6 del 7 luglio 2021, nella quale ordina alla ditta Calacata Arni srl:

a) di realizzare le opere di sistemazione ambientale di seguito elencate, entro 30 giorni dal ricevimento della presente Ordinanza:

1.liberare completamente l’ingresso dell’Abisso Tripitaka dal detrito che continua ad occluderlo;

2. adottare e mettere in opera tutte le necessarie misure per la tutela dell’ambiente carsico ipogeo da eventuali infiltrazioni di marmettola e di acque dilavanti;

3. rimuovere il cumulo di detriti posto a sinistra della strada di arroccamento che incombe sull’ingresso dell’Abisso Tripitaka, onde evitare probabili rotolamenti di materiali verso l’Abisso medesimo;

4. mantenere libero lo spazio antistante l’Abisso Tripitaka da massi e detriti e garantirne un percorso di accesso in sicurezza, privo di massi e materiali ingombranti;

b) di comunicare al Parco l’avvenuta fine lavori delle opere di sistemazione ambientale di cui sopra, allegando idonea documentazione fotografica.

Dalla foto che segue, si evince che sono state applicate le prescrizioni n. 1 e 3, mentre risultano ancora inapplicate le prescrizioni n. 2 e 4. Infatti il piano di cava antistante l’ingresso dell’Abisso si trova ad un livello superiore all’ingresso stesso e questo facilita l’infiltrazione di marmettola e di acque dilavanti durante fenomeni di precipitazione.

Non è stato ancora allestito un percorso di accesso in sicurezza alla cavità, ma siamo riusciti comunque (prendendo contatti col capo cava) ad entrare ed armare Tripitaka in attesa della prova di tracciamento delle sue acque previsto per la tarda primavera/estate 2022.

CAVA FONDONE

Buca della Neve di Cava Fondone 365 T/LU

A inizio maggio 2021 su richiesta dei Carabinieri Forestali di Lucca, FST è stata convocata per effettuare un sopralluogo in Cava Fondone del Monte Altissimo (Seravezza LU), a seguito di una segnalazione arrivata riguardo l’intercettazione di cavità carsica: si presumeva che si trattasse della Buca della Neve di Cava Fondone, censita nel Catasto Grotte della Toscana al numero 365 T/LU. Erano presenti anche i guardiaparco del Parco delle Apuane e tecnici del Comune di Seravezza.

L’area di Monte Altissimo in questione presenta un carsismo molto sviluppato. Per farsi un’idea di quanto detto, basti vedere l’ortofoto sotto riportata, in cui sono stati posizionati nella cava gli ingressi delle grotte ad oggi presenti a catasto.

Il pallino rosso col numero 365 indica la posizione dell’ingresso della Buca della Neve di Cava Fondone (Foto n. 1).

Foto n. 1 ingressi grotte presenti in Cava Fondone

Sulla rivista Sottoterra n. 86 dell’aprile 1991 si legge che “… fra tutte le cavità della zona questa ha l’ingresso più appariscente, essendo visibile dalla carrozzabile sul fianco ovest di Cava Fondone, come ampia spaccatura …” (Foto n. 2).

Fino all’agosto 1986 la grotta era costituita dal solo pozzo di ingresso, poi dopo il forzamento della fessura di fondo da parte del Gruppo Speleologico Lucchese, la cavità è stata portata agli attuali 140 metri. Una descrizione dettagliata della morfologia della grotta si trova nel numero 74 della rivista Sottoterra.

Foto n. 2 ingresso storico di Buca della Neve di Cava Fondone

In occasione del sopralluogo l’area dove si apre l’accesso alla cavità (dietro alle persone a centro foto) si presentava in questo modo (Foto n. 3).

Foto n. 3 ingresso Buca della Neve maggio 2021

Foto n. 4 ingresso Buca della Neve armato per il sopralluogo

Grazie alla ripetizione del rilievo topografico dei primi metri della grotta, siamo riusciti a stabilire con certezza che si trattava della 365 T/LU, cosa per niente scontata visto che la zona è stata completamente sconvolta dall’attività di escavazione.

Infatti sovrapponendo al vecchio rilievo presente a Catasto la poligonale eseguita nell’occasione, ci siamo resi conto che il caposaldo n. 5 corrispondeva con l’attuale ingresso della Buca e di conseguenza mancavano all’appello i primi 15 metri di sviluppo (Figura n. 1).

Figura n. 1 sovrapposizione della poligonale sul rilievo storico della Buca della Neve

Durante il sopralluogo abbiamo messo in evidenza alcune gravi criticità nella conduzione della Cava, ossia la cattiva gestione dei rifiuti di lavorazione (marmettola) e la mancata sigillatura delle innumerevoli fessure, come si vede dalle foto seguenti (Foto n. 5, 6).

Foto n. 5 marmettola accumulata all’interno della Buca della Neve

Foto n. 6 fessura non sigillata presente sul piano di cava

Buca Sopra Cava Fondone 1010 T/LU

In Cava Fondone è stata ispezionata anche la Buca Sopra Cava Fondone, censita al numero 1010 T/LU del Catasto Grotte. Nel maggio scorso la situazione di questa grotta era quella che mostrano le foto che seguono (Foto n. 7, 8).

Foto n. 7 areale dove si apre l’ingresso della Buca Sopra Cava Fondone

Foto n. 8 ingresso Buca Sopra Cava Fondone

Anche in questo caso, dal confronto tra rilievo eseguito a “occhiometro” e rilievo presente a Catasto, abbiamo dedotto che sono stati asportati i primi 15 metri di grotta.

Sul fondo del pozzo c’è ora un letto di detrito, che di fatto rende impossibile proseguire la discesa verso il fondo conosciuto della grotta (Figura n. 2).

Figura n. 2 rilievo Buca Sopra Cava Fondone con indicazione del livello ingresso attuale

A completamento dell’attività, durante quel fine settimana di maggio, i volontari della Federazione hanno riposizionato numerosi ingressi delle grotte conosciute in zona. Alcune di queste non sono state ritrovate, perché coperte dai detriti di lavorazione o semplicemente tagliate e asportate, quali:

    • Pozzetto a Ovest della Buca Sopra Cava Fondone 1132 T/LU
    • Buca del Piano 1133 T/LU
    • Pozzetto Sopra Cava Fondone 1125 T/LU
    • Pozzo dei Cubi 1127 T/LU
    • Pozzo Sopra la Cava 1126 T/LU
    • Abisso Luigi Zuffa 316 T/LU
    • Abisso Ribaldone 711 T/LU

A seguito del sopralluogo di cui sopra il Parco delle Alpi Apuane ha emesso Ordinanza di sospensione e riduzione in pristino n. 2 del 31 maggio 2021, nella quale ordinava alla ditta Henraux, con effetti dalla data di notifica della presente ordinanza:

  • la sospensione immediata di ogni attività di lavorazione nelle aree interessate dalle cavità carsiche denominate “Buca della neve di cava Fondone” codice 365 T/LU e “Buca sopra cava Fondone” codice 1010 T/LU, per un raggio di almeno 15 metri misurato dal bordo esterno degli ingressi delle cavità, come individuate nell’allegato cartografico allegato alla presente Ordinanza;
  • la pulizia immediata dei piazzali di cava comprensiva della rimozione della marmettola e di ogni altro materiale fine presente;
  • la realizzazione immediata di un idoneo sistema di raccolta e convogliamento delle acque presenti sui piazzali di cava, al fine di evitare infiltrazioni di marmettola nelle eventuali fratture presenti;
  • la sigillatura immediata di ogni frattura presente sui piazzali di lavorazione;
  • l’esecuzione di un rilievo dello stato attuale della cava con la sovrapposizione dello stato autorizzato e con l’inserimento degli ingressi delle cavità carsiche “Buca della neve di cava Fondone” e “Buca sopra cava Fondone” e di ogni altra cavità carsica censita e presente nel sito estrattivo, da rendersi nella forma di perizia giurata da tecnico abilitato, da trasmettere al Parco entro 15 giorni dal ricevimento della presente Ordinanza.

Demandava a successive proprie Ordinanze la richiesta di riduzione in pristino, di risistemazione e di eventuale ricostruzione dell’assetto morfologico ed idrogeologico e delle specie vegetali ed animali come previsto dalla L.R. 30/2015.

All’indomani del provvedimento del Parco, sul Quotidiano Nazionale del 6 giugno usciva un articolo dai toni a dir poco trionfalistici, di

cui riportiamo la pagina (Figura n. 3 – articolo QN del 6 giugno 2021).

L’illusione che per una volta fossimo riusciti a fermare lo scempio delle Apuane è durata poco.

Dalle foto che seguono dell’agosto scorso, ricevute con una segnalazione anonima, emerge che la prescrizione alla lettera a) non è stata rispettata. Infatti sul piano di cava dove si concentrano attualmente i lavori di escavazione gli ingressi della Buca della Neve di Cava Fondone 365 T/LU e di altra cavità non catastata sono stati protetti dal pericolo di infiltrazioni di marmettola con la realizzazione di muretti alti circa 50 cm, ma la loro distanza dai tagli di lavorazione risulta ben inferiore ai 15 m previsti (Foto n. 9, 10, 11).

Foto n. 9 ingresso Buca della Neve protetta da cordolo di 50 cm

Foto n. 10 ingresso cavità non catastata protetta da cordolo di 50 cm

Foto n. 11 panoramica di Cava Buca in Cava Fondone con indicazione degli ingressi

La FST ha chiesto quindi, con lettera inviata al Parco e ai Carabinieri Forestali (Prot. 26-LT-2021- U), la cessazione dell’escavazione su quel piazzale di cava, non potendo in nessun modo essere rispettati i vincoli delle distanze dagli ingressi e dagli sviluppi delle cavità presenti.

Siamo ancora in attesa di risposta.

CAVA PIASTRAIO-PIASTRICCIONI

A inizio giugno 2021 volontari della Federazione convocati dai Carabinieri Forestali hanno partecipato ad un sopralluogo in Cava Piastraio-Piastriccioni: cava in galleria di notevoli dimensioni, che si sviluppa su tre livelli, sul M.te Corchia, Comune di Levigliani (LU). Durante il sopralluogo erano presenti anche guardiaparco del Parco Apuane e funzionari della Regione

Toscana. Scopo del sopralluogo era principalmente quello di verificare il rispetto del piano estrattivo autorizzato e il rispetto delle prescrizioni del Piano di Compatibilità Ambientale e Nulla Osta rilasciato dal Parco.

Dalla visita in cava è emerso quanto segue:

    • cattiva gestione dei rifiuti di lavorazione, marmettola in particolare, e mancanza di un idoneo sistema di raccolta e convogliamento delle acque;
    • cavità intercettate e non segnalate;
    • cavità ispezionabili, ma sigillate e non segnalate;
    • pozzo di considerevoli dimensioni intercettato e non segnalato, anzi celato con blocchi di marmo squadrati.

Più di ogni descrizione, dicono molto le foto che seguono.

Foto n. 1 marmettola onnipresente sui piani di escavazione (livello 1 di cava)

Foto n. 2 accumulo di marmettola arginata da blocchi (livello 2 di cava)

Foto n. 3 pozzo di grandi dimensioni intercettato e non segnalato con tamponatura che cela una cavità non più ispezionabile (livello 1 di cava)

Foto n. 4 blocchi di marmo che celano un pozzo di grandi dimensioni al livello 3 di cava

A seguito del sopralluogo il Parco ha emesso l’Ordinanza di sospensione e riduzione in pristino n. 3 del 7 giugno 2021, che ordina alla ditta Cooperativa Condomini Lavoratori Beni Sociali di Levigliani a r.l.:

  • la sospensione immediata di ogni attività di lavorazione nelle aree interessate dalle cavità carsiche individuate per un raggio di almeno 15 metri misurato dal bordo esterno degli ingressi delle cavità;
  • la rimozione del materiale che è stato posto a tamponamento e occlusione delle cavità carsiche di cui sopra, per consentirne l’ispezione speleologica, entro trenta giorni dal ricevimento della presente ordinanza, dandone comunicazione al Parco e alle altre amministrazioni interessate;
  • la pulizia immediata dei piazzali di cava comprensiva della rimozione della marmettola e di ogni altro materiale fine presente;
  • la realizzazione immediata di un idoneo sistema di raccolta e convogliamento delle acque presenti sui piazzali di cava, al fine di evitare infiltrazioni di marmettola nelle eventuali fratture presenti;
  • l’esecuzione di un rilievo dello stato attuale della cava con la sovrapposizione dello stato autorizzato e con l’inserimento degli ingressi delle cavità carsiche individuate da rendersi nella forma di perizia giurata da tecnico abilitato, da trasmettere al Parco entro 15 giorni dal ricevimento della presente Ordinanza.

Demanda inoltre a successive proprie Ordinanze la richiesta di riduzione in pristino, di risistemazione e di eventuale ricostruzione dell’assetto morfologico ed idrogeologico e delle specie vegetali ed animali come previsto dalla L.R. 30/2015.

Nonostante siano trascorsi ampiamente i trenta giorni dalla notifica dell’Ordinanza previsti, non abbiamo riscontro circa gli sviluppi della vicenda.

Ultimo aggiornamento: lo scorso 12 febbraio, durante un sopralluogo con i Carabinieri Forestali, è stato forzato l’accesso al pozzo celato da grossi blocchi di marmo al livello 3 della cava ed ispezionato.

CAVA PIASTRABAGNATA

A giugno e settembre 2021 FST è stata convocata per un sopralluogo in Cava V e VI di Piastrabagnata Valle di Arnetola Vagli di Sotto (LU) dal Parco delle Apuane.

Scopo del sopralluogo era quello di verificare lo stato e la rilevanza di due cavità carsiche e due fratture beanti individuate nel Rapporto istruttorio del Settore Pianificazione e controlli in materia di cave della Regione Toscana (acquisito al protocollo del Parco in data 22.05.2021 al n. 2019), nonché oggetto della Ordinanza del Presidente del Parco n. 5 del 29 giugno 2021.

Dal sopralluogo è emerso in sintesi quanto segue.

Cavità carsica presente nell’angolo Nord Est di Cava VI: la cavità risulta attualmente protetta da infiltrazioni di acqua, tramite un muretto in blocchi di cemento, realizzato in prossimità della base dell’apertura. La cavità, da una analisi spedita condotta da uno speleologo al momento del sopralluogo, risulta esplorabile, in direzione orizzontale, per circa 10 metri.

Attualmente il pavimento della cavità risulta riempito di terra naturale.

Alla ditta Cooperativa Apuana Vagli Sopra soc. coop. a r.l. è stato richiesto:

    • di rimuovere la parte superficiale della terra che occlude il pavimento per una profondità di circa 2 metri;
    • che nella attuazione delle azioni previste nel progetto di coltivazione approvato, sia sempre e comunque garantita la protezione della cavità carsica da infiltrazioni di acqua e materiale detritico, e la sua accessibilità ai fini della esplorazione speleologica;
    • lo sbasso del piano attuale, che nel progetto approvato si spinge fino in prossimità del muretto di protezione della cavità, dovrà attestarsi e non superare la frattura presente e visibile sul piano di cava, garantendo un margine di protezione variabile tra i 4 e 6 metri dal bordo dell’ingresso. La ditta dovrà identificare graficamente tale frattura negli elaborati del piano di coltivazione, trasmettendone copia al Parco e alle altre amministrazioni interessate.

Frattura presente sul lato Nord di Cava VI: la frattura risulta attualmente protetta da infiltrazioni di acqua, tramite la cementazione del pavimento di cava e un muretto in blocchi di cemento, realizzato in prossimità della base. La frattura risulta completamente riempita da terre e detriti naturali e pertanto non risulta esplorabile.

La frattura non presenza rilevanza e pertanto non si ritiene di dover richiedere particolari azioni di tutela se non quella di garantirne la protezione da infiltrazioni di acqua e materiale detritico.

Cavità carsica presente sul lato Sud di Cava VI: la cavità risulta attualmente protetta da infiltrazioni di acqua, tramite un muretto in blocchi di cemento, realizzato in prossimità della base dell’apertura e da un telo di plastica.

All’interno della cavità risulta presente una vasca di raccolta delle acque i cui condotti di immissione sono stati occlusi e pertanto al momento non riceve acqua dall’esterno.

La cavità ha dimensioni tali da poter essere esplorabile, anche se al momento del sopralluogo il telo in plastica e la presenza della vasca di raccolta ne hanno impedito una visione dell’ingresso e dell’immediato interno. L’area prospicente la cavità, per un raggio di 15 metri, non risulta oggetto di escavazione.

Alla ditta Cooperativa Apuana Vagli Sopra soc. coop. a r.l. è stato richiesto:

    • di rimuovere la vasca di raccolta delle acque e il telo in plastica, provvedendo alla raccolta delle acque in altra zona e secondo modalità non interferenti con la cavità;
    • che nella attuazione delle azioni previste nel progetto di coltivazione approvato sia sempre e comunque garantita la protezione della cavità carsica da infiltrazioni di acqua e materiale detritico, e la sua accessibilità ai fini della esplorazione speleologica. In particolare la prevista rampa di accesso ai piani superiori della cava, progettata nelle vicinanze della cavità, dovrà essere realizzata in blocchi ciclopici e non in materiale detritico e dovrà avere una distanza dall’ingresso della cavità di almeno 3 metri.

Frattura presente sul lato Est di Cava V: la frattura risulta attualmente protetta da infiltrazioni di acqua, tramite la cementazione della base e del pavimento del piano di cava. Il fronte di cava in cui è presente la frattura, dal giorno del sopralluogo effettuato dal Settore Pianificazione e controlli in materia di cave della Regione Toscana, al giorno dell’emissione dell’Ordinanza del Parco, che ha sospeso le lavorazioni, è stato arretrato di circa 4 metri e la frattura presente risulta ulteriormente ridotta rispetto a quella rilevata durante il sopralluogo della Regione. La frattura non presenza rilevanza e pertanto non si ritiene di dover richiedere particolari azioni di tutela se non quella di garantirne la protezione da infiltrazioni di acqua e materiale detritico.

A conclusione del sopralluogo la Federazione Speleologica Toscana, in merito allo sviluppo delle coltivazioni sul fronte alto della cava VI, autorizzate con un recente provvedimento regionale ma non ancora avviate, ha suggerito alla ditta di verificare, prima dell’inizio delle coltivazioni, la possibile presenza di cavità carsiche di rilevo, rendendosi disponibile ad effettuare tale attività di ricerca e verifica.

I provvedimenti sopra elencati sono contenuti nella Ordinanza di sospensione e riduzione in pristino n. 8 del 27 settembre 2021.

CAVA FOSSA DEI TOMEI

Durante il mese di giugno 2021 e nuovamente lo scorso 21 settembre la Federazione, invitata dal Parco delle Apuane, ha partecipato ad un sopralluogo presso la Cava Fossa dei Tomei (Valle di Arnetola – Comune di Vagli – LU), per verificare lo stato di due cavità: Buca del Bancaio 1299 T/LU e Abisso dei Tarzanelli 1046 T/LU. L’ingresso della prima cavità non è stato rinvenuto, mentre l’ingresso dell’Abisso dei Tarzanelli originale si presume sia stato coperto dalla massicciata realizzata per il posizionamento di cisterne della cava (Foto n. 1).

Foto n. 1 cisterne nei pressi dell’ingresso Abisso Tarzanelli

Fortunatamente accanto alla massicciata è stato notato un buco soffiante di piccole dimensioni, che si presume sia un ingresso secondario dell’abisso. Il Parco ha disposto che i cavatori rimuovano le cisterne e la massicciata, affinché sia possibile rendere di nuovo accessibile la cavità carsica e verificarne lo stato di conservazione.

Da ultimi aggiornamenti, la rimozione delle cisterne è avvenuta e la cavità liberata.

CAVA BORELLA

Nella giornata del 21/09/2021 durante un sopralluogo congiunto con l’ente Parco Regionale delle Alpi Apuane alcuni membri della Federazione Speleologica Toscana aps, in particolare facenti parte della Commissione Scientifica, hanno potuto osservare presso la Cava Borella (Vagli di Sotto – Lucca) un ingente numero di individui di Ichthyosaura alpestris (Foto n. 1).

Foto n. 1 tritone alpestre

Il sito estrattivo della Cava Borella posto nel bacino estrattivo Monte Pallerina nel Comune di Vagli di Sotto (LU) è stata lavorata fino al secondo dopoguerra e dismessa nel 1980. Nel 1996 fu progettato un lodevole recupero del sito estrattivo da destinarsi ad eventi e spettacoli culturali. Nel 2011 è stata deliberata dal Comune di Vagli di Sotto la riattivazione di questo sito estrattivo, fino ad oggi che è stato nuovamente fermato.

Foto n. 2 sito estrattivo dismesso

Come si può osservare dalla sottostante foto, grazie all’apporto di acqua meteorica, al fondo impermeabile e alla stessa morfologia dovuta all’attività estrattiva, all’interno della cava si è formato un laghetto, che come già detto precedentemente, è stato colonizzato dal Tritone alpestre apuano.

Le specie appartenenti a quest’ordine sono conosciute con il nome comune di tritoni e salamandre, ma tassonomicamente sono definiti Caudati o Urodeli.

Un anfibio urodelo è compreso tra le specie segnalate dal Repertorio naturalistico toscano (RE.NA.TO.), nelle schede BioItaly dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana Sistema informativo regionale ambientale e nelle schede del Ministero dell’Ambiente. Inoltre è inserito nell’elenco del Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) come Least Concern (minor preoccupazione) nonostante sia all’interno della lista rossa.

Nella “Relazione di incidenza delle previsioni di piano relativa ai Siti di Importanza Regionale presenti nel territorio comunale”, realizzata nel 2009 dalla Dott.ssa Paola Lanese per conto del Comune di Massa, vi è il rimando alla “Direttiva Habitat, che mira alla conservazione di tutti gli habitat naturali e seminaturali della flora e fauna selvatiche e con la quale viene predisposta una rete ecologica europea di Zone Speciali di Conservazione (ZSC) chiamata Rete Natura 2000”. Per queste zone è prevista l’adozione di misure di conservazione per prevenire il degrado degli habitat naturali e semi naturali e di qualsiasi elemento di perturbazione delle specie vegetali e animali selvatiche, come è già stato fatto per la Cava Valsora (MS), che è rientrata in tale rete.

Con lettera Prot n° 28-LT-2021-U lo scorso 23 ottobre la Federazione Speleologica Toscana aps ha segnalato al Parco Apuane, all’Assessore all’Ambiente, Economia circolare, Difesa del suolo, Lavori pubblici e Protezione civile, al Direttore generale del Dipartimento per il Personale, la Natura, il Territorio e il Mediterraneo – Direzione generale per il Patrimonio Naturalistico (PNA) Ministero per la Transizione Ecologica l’abbondante presenza di individui di Ichthyosaura alpestris (Tritone alpestre apuano), all’interno della Cava Borella in Valle di Arnetola (Comune di Vagli – Lucca) al fine di preservare il loro habitat. Siamo in attesa di riscontro e speriamo per il meglio.

PROGRAMMI PER IL 2022

A giugno 2021 è stato sottoscritto da FST e Parco Apuane un Protocollo d’Intesa per la valorizzazione e la protezione delle cavità carsiche. In questo documento, per garantire l’accesso in sicurezza alle grotte i cui ingressi si trovano in cave attive e permetterne il monitoraggio, è prevista un’apposita cartellonistica, in cui viene indicato il percorso da seguire.

Abbiamo già individuato questa tipologia di grotte presenti a Catasto e comunicate al Parco. Durante il 2022 il lavoro in programma sarà incentrato sulla definizione dei cartelloni da collocare.

A cura della Commissione Ambiente della FST aps