CAMPO SPELEO IN RETRO CORCHIA
Resoconto ORCO 21-23/7/2023
A seguito di molteplici proposte per un campo in zona “Becco” decidiamo di organizzarci per il penultimo fine settimana di Luglio. Fino all’ultimo giorno non è ben chiaro in che modalità avverrà e chi parteciperà , ma sappiamo bene che queste, a differenza delle uscite “troppo organizzate” sono quelle che solitamente producono i risultati migliori.
21/7/2023
Ci troviamo venerdì sera a Pietrasanta, Tommi, Giulio, Damiano, Leo ed io. Ceniamo nel cuore della movida in segno di un approccio pacifico con gli obiettivi del campo, che restano chiusi nel sacco del “sottointeso” fino al mattino seguente. Dopo un paio di ammazzacaffè con RE Davide (il RE del GSAV)che ci consegna i permessi per il parcheggio in Retro Corchia allegati a mezzo litro di grappa, ci incamminiamo ad allestire il campo nella piazzola al termine della faggeta, prima della cava dei terrinchesi.
22/7/2023
Sabato mattina ci raggiunge Andrea con la sua famiglia e di seguito, in consistente ritardo, appare anche Tovà con Gabrienologo e Jacopo . Ovviamente nel sacco del “sottointeso” c’era anche questo con conseguenti infamate, meno un piccolo sconto grazie alle temperature che per ora si mantengono fresche. Organizzo le squadre molto velocemente. Leo decide di riprendere il lavoro al “Ramo della Grande Aragosta” facendo squadra con Jacopo, Giulio e Alessio che era stato li non molti anni fa. Io proseguo in vetta con il resto della truppa. Salutiamo la famiglia di Andrea che farà un giro esterno, mentre noi ci divideremo in 2 squadre. Gabrienologo a seguito della classica domanda retorica “te la senti?” seguita da occhiolino e pacca sulla spalla, si offre involontariamente per entrare dal Fighiera portando con se Andrea e Tommi, fino a raggiungere le risalite nel “Ramo del Grande Antonio”; Io e Damiano entriamo dalla Buca dei Gracchi per ritrovarci al di sopra di alcuni massi instabili da disgaggiare all’attacco del meandro in cima al P30.
Narra il Dio Bacco:
<< Entriamo in tarda mattinata. Provo un po’ di emozione nell’armare il pozzo d’ingresso perché è la prima volta che mi trovo a guidare altre persone in grotta, ma Tommi e Andrea, anche se non sono mai stati qui, sono due speleologi molto esperti … E i punti in cui è possibile sbagliare li avevo già infilati tutti nelle uscite precedenti, quindi mi tranquillizzo. Sono diversi giorni che non piove, la grotta è più asciutta e la temperatura percepita comincia ad essere gradevole. Scendiamo di buon passo i primi salti su corda superando agevolmente le varie strettoie. Scendiamo i due P20 senza farci mancare la consueta bevuta dalla Bordolese con acqua Ultrapura del Corchia. Arriviamo al P40 dove Tommi e Andrea rimangono colpiti dalla bellezza dell’ambiente.Ci infiliamo nel Ramo del Grande Antonio e proseguiamo velocemente verso la risalita del Monolite che si dirama a 2/3 del P30 Alla base del pozzo trovo un caposaldo ben segnato ed evidenziato con lettera “G”che indica il punto di giunzione di 2 rilievi, da qui possiamo battere il punto direttamente nella diramazione, anche se la distanza è notevole e non sarà facilissimo … Mentre Tommi prepara il Disto io risalgo fino all’attacco del traverso che mi porterà sul monolite, trovando un altro caposaldo (n°38) evidenziato quasi sicuramente da Salvatore per allacciare il rilievo della diramazione. Cominciamo da qui e con tre capisaldi siamo all’attacco della risalita che avevamo fatto io e Luca, un ultimo tiro verso l’alto e il rilievo è finito. Tommi si prende onere e onore di disarmare il pozzo prendendo con se tutto il materiale necessario … anzi no, le piastrine da abbandono sono rimaste alla base del pozzo che dovremo risalire dopo; sale canticchiando e arrivato in cima conferma quanto visto Luca la volta precedente. Disarmato il pozzo, siamo tutti e tre intorno al monolite che sta lì sornione nella sua stabile precarietà, quando cominciamo a sentire un inconfondibile odore di sigaro. Arrivano quelli del Genio-Pionieri! >>
Dopo aver organizzato il lavoro per smussare alcuni spigoli nei meandri che portano dalla sala della giunzione al P30, sbuchiamo su quest’ultimo per spazzare via 3 massi che sostano in bilico proprio sull’imbocco della fessura. Io e il Dio Bacco ci assicuriamo che sotto sia libero e con una piccola spinta va giù tutto. Rifacciamo il punto della situazione. Io e Damiano procediamo con il rilievo della breve diramazione che avevano visto Alessio e Gabriele lo scorso 10 Giugno, mentre gli altri 3 si dirigono alla risalita che avevamo lasciato in sospeso per il troppo stillicidio. Stavolta è abbastanza asciutta, parte Andrea con Gabrienologo che fa sicura. Come già descritto in precedenza , il primo tratto si arrampicherebbe in libera ma in cima stringe , poi si vede “un gran buio”. Giunti al punto stretto sento chiedere supporto per disostruire, temporeggiano qualche minuto poi sale Tommy e dopo qualche tentativo riesce a passare dando conferma che su il buio era grande. Io e Damiano abbiamo appena finito il rilievo, dunque ci dirigiamo di corsa a vedere . Siamo ad un livello superiore della frattura che ci ha portati dalla “Saletta del Macigno” all’attacco di questa risalita, ma a questa quota la frattura è molto ampia, di dimensioni maestose! Certo, il Ramo del Grande Antonio non poteva che continuare così … Abbiamo un enorme arrivo circolare su di noi, alla sommità sembra continuare in orizzontale (il Disto dice a +31m) ma non prima aver oltrepassato lui! L’ennesimo macigno che sosta chissà come a metà verticale, anzi per l’esattezza sono 2! La Motrice e il Rimorchio. Facciamo alcune valutazioni e ci avviamo al dietrofront facendo il rilievo.
Damiano , Tommi e Andrea si incamminano a verificare alcuni punti interrogativi nella Sala della Giunzione e dintorni, io e Gabrienologo procediamo a smussare gli spigoli del meandro fino a ritrovarci con gli altri nella sala. La galleria ingombra dai blocchi di frana a monte del p13 diventa improseguibile già dopo i primi 5 metri. Dalla sala Tommi e Andrea provano a risalire la frattura trasversale nella quale mi ero affacciato il giorno della giunzione. Io provo ad infilarmi in una via che scende fra i blocchi che costituiscono la base della sala. Questa era stata già percorsa e rilevata dai fiorentini … scendo per circa 20 metri seguendo l’aria e perdendo il conto dello “svolta a destra, poi a sinistra, poi giù, poi sali e così via” . Trovo una corda su placchetta siglata GSF. La frana si deve essere mossa negli anni, visto che ha sepolto il mancorrente che porta alla verticale. Tutto questo è molto rassicurante … Valuto se c’è qualcosa di rimovibile senza far collassare il resto in cui sono avvolto, poi disarrampico per circa 7 metri ritrovando la parete ma c’è un’ennesima ostruzione. L’aria e la direzione puntano ad ambienti più bassi nel Ramo dell’Odissea. Decido di tornare su, con qualche difficoltà nel ritrovare la via … Ricordandola grazie ad alcuni scisti fra tutti questi blocchi di marmo.
Usciamo tutti dai Gracchi per fare rientro al campo, dove ci racconteranno quanto riportato sotto da Giulio:
<< Abbiamo rivisto delle diramazioni nel meandrino che porta alla Grande Aragosta e fatto qualche arrampicata, ma tutto chiudeva o riportava sui pozzi che scendono in Farolfi. Poi ci siamo spostati rilevando fino al terrazzino di -20 della Grande Aragosta; l’intento era di cercare delle galleriette e meandri che aveva visto Leo di sfuggita nell’88, dove non era più tornato. Dopo poco girovagare, abbiamo trovato delle scritte “Leo 88” ed abbiamo iniziato a rilevare quelle galleriette. Una chiudeva dopo 30m e l’altra si affacciava su un salone enorme (sempre la via dei pozzi che scende in Farolfi). Attrezzato un traverso per beccare il proseguimento sulla parete opposta della galleria, abbiamo continuato a seguirla fino ad un altro salone, anch’esso fa parte dei pozzi che scendono verso il Farolfi e che visti da un’angolazione diversa dalla solita, ci hanno fatto intravedere dei buchetti in parete. Mentre uscivamo abbiamo rifatto un pezzo di poligonale nella Galleria di -250 e alle 19:30 eravamo fuori . >>
23/7/2023
Il campo si è spopolato e continua a spopolarsi miseramente manco fosse stato annunciato un bombardamento sul Corchia. Io, Leo e Damiano, di buon’ora , torniamo su alla Buca dei Gracchi. Mi dirigo verso il P30 in compagnia di me stesso per recuperare alcuni ferri e disegnare accuratamente pianta e sezione del tratto che va da quest’ultimo fino alla Sala della Giunzione, Già “Salone del Bipede”; mentre Leo e Damiano rifanno il rilievo dall’ingresso alla sala.
Voce a Damiano:
<< Nel suddetto giorno si è svolta l’operazione di rilievo del tratto che va dal Pozzo dei Gracchi alla Sala della Giunzione col Fighiera. Scendo per primo mentre Leo misura l’altezza del pozzo dal traverso (46 m). Proseguendo in direzione ovest l’ambiente si restringe. Siamo passati attraverso una fessura, a circa due metri di altezza, raggiungibile grazie a una vecchia corda. Segue un tratto che alterna meandri e strettoie a brevi risalite. Proseguendo siamo entrati in un ambiente più ampio, camminando sul crollo di una volta concrezionata. Posti i capisaldi abbiamo continuato su una risalita di circa 15 metri che porta ad un terrazzo di circa 3 m x 1.5 m di estensione e si affaccia sulla Sala della Giunzione la cui base si trova circa 20 metri più in basso. Arrivati nella sala (ore 12:00) abbiamo posto gli ultimi capisaldi e ci siamo fermati per mangiare un boccone. Nell’attesa di Salvatore, abbiamo iniziato il rilievo di un corridoio franoso che risale lungo la frattura trasversale citata in precedenza. Una volta risalito il terzo salto la prosecuzione diventava troppo difficoltosa rispetto all’obiettivo iniziale che ci eravamo posti e il crescendo echeggiante delle note di “Shine On You Crazy Diamond” ci segnalava l’arrivo di Salvatore. Quindi abbiamo interrotto il rilievo e tutti e tre ci siamo diretti verso il pozzo dei Gracchi per l’uscita. >>
Queste poche ore di campo abbastanza improvvisato hanno prodotto circa 400 metri di rilievo e dato sbocco ad una nuova via da esplorare di cui ci occuperemo nelle prossime uscite.
Partecipanti:
Giulio Della Croce, Jacopo De Martino, Alessio Tovani, Leonardo Piccini, Gabriele Ianett (Gabrienologo o Dio Bacco), Andrea Benassi, Tommaso Biondi, Damiano Zanetti, Salvatore Iannelli.
Saluti.
Salvatore.