Carta degli acquiferi carsici delle Alpi Apuane
Tratto e adattato dall’articolo di Giampaolo Mariannelli (Unione Speleologica Pratese), TALP n. 48, pp. 42-43.
Durante l’VIII congresso della Federazione Speleologica Toscana è stata presentata l’edizione aggiornata della carta dei fenomeni carsici delle Alpi Apuane, che raccoglie ed integra il lavoro svolto negli ultimi anni dalla Commissione Catasto e dalla Commissione Scientifica della FST.
La prima edizione della carta datata 1989 (Carta delle grotte e delle sorgenti delle Alpi Apuane) che tutti gli speleologi toscani conoscono, rappresentava il primo quadro allora completo delle conoscenze sulle “emergenze” carsiche del territorio apuano e riportava essenzialmente la posizione degli ingressi delle cavità e quella delle principali sorgenti.
L’idea di creare una nuova cartografia è nata dalla necessità di sintetizzare in un quadro complessivo le ultime conoscenze sulle grotte e sulle sorgenti, a seguito delle innumerevoli esplorazioni e dell’approfondito monitoraggio delle principali sorgenti carsiche.
Rispetto all’edizione precedente si è cercato di inserire ulteriori dati e informazioni, aggiungendo una base geo-litologica (derivante dalla cartografia ufficiale) e le prove di tracciamento eseguite nel corso degli anni (con l’indicazione della grotta nella quale è avvenuta la colorazione e della sorgente che ha dato esito positivo).
Per questi motivi si è poi scelto di chiamarla “Carta degli acquiferi carsici”, a voler sottolineare l’approccio utilizzato e una valenza delle informazioni rappresentate che esula dallo stretto ambito speleologico.
La fase di impostazione del lavoro e di gestione dei dati ha creato non pochi problemi. È stato deciso di elaborare una carta di sintesi alla scala di 1:40.000 ed è stato necessario operare una scelta dei dati più significativi da rappresentare. Non sono riportate tutte le grotte presenti in apuane, ma una selezione sulla base di considerazioni dettate dallo scopo della carta, cioè quello di dare un quadro esplicativo dell’interazione tra elementi esterni del paesaggio (ingressi di cavità, doline) e circolazione sotterranea.
È utile ricordare che nella carta sono rappresentati dati che descrivono elementi del paesaggio esterno, ad esempio, non si è inteso tanto caratterizzare le grotte in quanto tali, bensì gli ingressi. I simboli presenti sono stati distinti in modo da evidenziare le caratteristiche idrogeologiche e morfologiche di ogni ingresso, così da fornire un dettaglio in più rispetto al suo semplice posizionamento.
Le caratteristiche di una grotta dipendono invece fortemente dal grado di conoscenza che si ha di esse, fattore in continuo divenire e cambiamento.
I simboli utilizzati sono organizzati in una matrice che fonde l’informazione di tipo morfologico (la forma del simbolo) con la funzione idrogeologica (colore del simbolo). A lato della carta sono state inserite delle tabelle che riportano i principali dati spaziali delle grotte alle quali fanno riferimento gli ingressi (identificabili dal numero di catasto riportato a fianco del simbolo).
Come nel catasto degli ingressi, anche tra le sorgenti è stato necessario operare una scrematura, scegliendo quelle attive tutto l’anno, con una portata consistente (maggiore di 1 l/s) e quelle più significative dal punto di vista idrogeologico. In carta le sorgenti sono suddivise secondo quattro classi di portata, riconoscibili dalla differente dimensione del simbolo.
Questa nuova carta rappresenta di certo uno strumento utile per le nuove esplorazioni che i gruppi toscani e non, stanno portando avanti e mette un punto fermo sulle attuali conoscenze del mondo sotterraneo.
Per maggiori informazioni sulla Carta degli Acquiferi Carsici delle Alpi Apuane scrivere a: info(at)speleotoscana.it